Siamo totalmente solidali con il circolo Abajour di Via Ghibuzza, che con la sua attività ricreativa, culturale, musicale e aggregativa costituisce ormai un punto di riferimento per tanti giovani (e non solo) nella nostra città.
Siamo radicalmente ostili all’overdose di ordinanze, ormai molto alla moda, con le quali sempre più spesso si tenta di dare risposte demagogiche e pret-à-porter che invece di mediare i conflitti e trovare un punto di equilibrio dei vari, a volte opposti diritti ed interessi in gioco, sacrificano irreversibilmente una delle parti, quella che rischia, col suo lavoro, con la sua impresa, spesso piccola o piccolissima.
Condividiamo solo una delle affermazioni dell’Assessore Costantini: quella secondo la quale relegare tutte le attività ad alto contenuto di divertimento in una zona ad hoc (la Darsena, per esempio) significherebbe spopolare, desertificare gli altri quartieri.
Ecco, noi riteniamo che la Darsena sia il luogo naturalmente vocato alla musica, alla cultura, al divertimento e che su di essa occorra uno sforzo di creatività straordinario, ma difendiamo i luoghi di aggregazione che resistono nei diversi quartieri perché sono luoghi vivi in una città tanto, troppo sonnolenta.
Lo strumento dell’ordinanza rappresenta una scorciatoia che al confronto, alla partecipazione procedimentale dei cittadini, delle associazioni e delle imprese e alla mediazione sociale sostituisce l’autorità.
Più le decisioni da assumere sono complesse (come in questo caso), più si dovrebbero attivare canali di mediazione dei conflitti, di partecipazione, più si dovrebbe coinvolgere il Consiglio Comunale (e meno la Giunta) per esprimere un chiaro indirizzo politico dopo una approfondita e libera discussione: l’esatto contrario dell’ennesima ordinanza calata dall’alto.