La società Ravenna Servizi Industriali dell’ENI, attiva nello stabilimento ex Enichem di Ravenna, ha ottenuto dal Comune di Ravenna il permesso di costruire una rotatoria al termine del tratto di via Baiona che affianca il cimitero di Ravenna e prosegue fino alla strada di accesso all’ingresso merci e autocarri dello stabilimento stesso. Lo svolgimento dei lavori autorizzato va dal 21 agosto 2018 al 21 maggio 2019. Si confida, innanzitutto, in una sensibile accelerazione dei lavori, in vero a tutt’oggi alquanto latitanti, sembrando che nove mesi per realizzare una rotonda rappresentino un limite oltremodo, per così dire, prudenziale.
Per consentire tali lavori, il Comune ha infatti emesso un’ordinanza che ha disposto, a decorrere dal 13 ottobre, una nuova e complessa disciplina della circolazione stradale veicolare e pedonale su questo tratto, di cui la lunga fila dei cartelli gialli di preavviso posti il giorno stesso su via Baiona sono un’immagine plastica significativa.
I problemi di interesse pubblico riguardano l’accesso ai due ingressi del cimitero posti su questo lato, possibile tuttora per le auto, per quanto tortuoso e malandato al ritorno, ma impedito ai cittadini che utilizzano i bus pubblici, essendo state soppresse le corrispondenti fermate, frequenti ogni mezz’ora. La causa – sconosciuta ai cittadini che hanno cercato invano di ottenere spiegazioni dagli uffici del Comune e della società concessionaria del trasporto pubblico – potrebbe essere l’impossibilità degli autobus, causa i lavori in corso, di effettuare la manovra di ritorno, mancandone lo spazio sulla strada pubblica.
Chiedo innanzitutto al sindaco per quali ragioni non si è ritenuto di dar luogo a tali lavori appena un mese dopo il 13 ottobre, considerato che gli afflussi imponenti e massivi al cimitero coincidono proprio con questo periodo, precedente e appena successivo alle commemorazioni dei morti.
PENALIZZATA L’UTENZA DEBOLE
Inaccettabile è tuttavia la penalizzazione che ricade sulle persone, specialmente anziane, spesso indigenti, che non hanno alternativa al mezzo pubblico, ma anche su quelle che comunque potrebbero preferirlo (come nei proclami del Comune per la mobilità sostenibile) al più inquinante uso dei veicoli a motore privati. Per non dire che l’affollamento eccessivo delle auto in zona cimitero nei giorni dei morti e i conseguenti problemi di traffico e di parcheggio renderebbero consigliabile a tutti lasciarle a casa. L’unica fermata bus rimasta, una ogni ora, posta all’ingresso principale al cimitero è sicuramente molto insufficiente in questo periodo. Ma è soprattutto nociva e finanche deleteria per le persone impedite, a causa dell’età e/o di inconvenienti o disabilità fisiche, a raggiungere senza eccessivo sforzo le altre parti del cimitero, distanti da lì fino ad ottocento metri, e che potevano appunto servirsi delle due fermate lato Enichem poste rispettivamente al centro del cimitero e vicino all’altro lato estremo. Abbiamo raccolta testimonianze di una signora di 91 anni giunta stremata al chiosco fiori dell’entrata centrale di fronte all’ossario, che doveva recarsi nella zona terminale ove è posto il crematorio.
Non si comprende come, “sentito (a proposito dell’ordinanza in questione) l’Ufficio Pianificazione e Mobilità in merito alla deviazione del Servizio di Trasporto Pubblico”, questo problema non sia stato considerato. Si rende comunque indispensabile e urgente risolverlo ora, prima di fine mese. Non spetta dire come ad un consigliere comunale, che, non essendo suo mestiere, potrebbe fermarsi qui. Tuttavia, raccogliendo le osservazioni di conoscitori del servizio e del posto, sul quale ho compiuto io stesso un sopralluogo, avanzo la seguente ipotesi: siccome gli autocarri diretti all’ex Enichem non hanno problemi a transitare sul tratto di strada in questione potendo fare manovra di ritorno nel piazzale d’ingresso merci a cui sono diretti, anche gli autobus potrebbero fare altrettanto, solamente che il Comune ne ottenesse l’autorizzazione dalla proprietà: le fermate bus resterebbero dov’erano, giacché nel piazzale gli autobus effettuerebbero solo la manovra di rientro sulla strada di accesso che non la consente in proprio.
Ciò non esclude, ovviamente, che esistano altre soluzioni, anche subordinate, per la formulazione delle quali non mancano al sindaco i tecnici ed esperti a sua disposizione. Talché la mia seconda domanda è rivolta a chiedergli se intende disporre in tal senso.