Il Partito Democratico risponde alle ultime critiche arrivate da Movimento 5 Stelle e Lega sul processo che sta portando alla creazione definitiva dell’Unione della Romagna Faentina: “L’Unione della Romagna Faentina è un progetto innovativo nella pubblica amministrazione che riguarda la riorganizzazione dei servizi al cittadino, gestiti in forma associata tra i Comuni. Questa impostazione ha un duplice scopo: perseguire l’obiettivo di massimizzare le risorse interne condividendo il personale tra i 6 comuni e creare le condizioni per aumentare i servizi al cittadino.
Grazie all’Unione della Romagna Faentina i piccoli Comuni possono non solo mantenere i servizi ma possono avvalersi di servizi specialistici che in forma singola difficilmente potrebbero sostenere; e grazie a questa operazione anche i comuni più grandi beneficiano della collaborazione reciproca, valorizzando le professionalità.
Lavorando in rete si auspica un miglioramento anche di tutti i servizi, perché gestiti a livello di comprensorio e fatti su misura per le esigenze di tutti i cittadini.
Il progetto di riordino porta con sé anche la revisione della struttura stessa e dei fondamentali che costituiscono l’istituzione della Romagna Faentina.
In questi anni di lavoro – dal 2012 – tutti i consiglieri dei 6 comuni della Romagna Faentina hanno contribuito alla nascita e all’evoluzione di questo ente.
In particolare in questi mesi, i consiglieri sono impegnati nella revisione dello Statuto che disciplina le regole di funzionamento dell’ente. Una revisione dettata dai continui cambiamenti normativi che riguardano gli enti pubblici, dai gradi di autonomia che a livello normativo vengono concessi alle Unioni dei Comuni e dal fatto che essendo l’Unione della Romagna Faentina l’esperienza più sviluppata in Italia, ci sono alcuni vuoti normativi che si possono colmare proprio a partire dall’esperienza maturata in questi anni e definire – in maniera precisa e compiuta – principi, criteri e procedure per l’attribuzione delle competenze agli Organi dei Comuni e, conseguentemente, agli Organi dell’Unione.
Nella revisione dello statuto, oltre alla consulenza e all’appoggio di Regione e Ministero, ci stiamo avvalendo della competenza di un giurista, giudice emerito della Corte Costituzionale, il professore Sabino Cassese.
“Ogni innovazione deve essere ben sviluppata nella sua fase progettuale, implementata e modificata ogni qualvolta se ne ravvisi l’esigenza, dato che non esiste una ricetta pre-confezionata”, dichiara Chiara Berti, capogruppo di maggioranza nel Consiglio dell’Unione della Romagna Faentina.
La Commissione incaricata della revisione dello Statuto concluderà i suoi lavori entro l’anno
“Con la revisione dello Statuto andiamo ad aggiungere un altro importante tassello al sistema strutturale di riordino della Romagna Faentina che stiamo mettendo in campo da anni. Entro il 2018 la Commissione composta dai consiglieri di maggioranza e minoranza di tutti i 6 consigli comunali terminerà il proprio lavoro di revisione dello Statuto; nell’anno nuovo seguirà la definizione di alcuni regolamenti, tra i quali quello sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa. Questi temi – conclude Chiara Berti – probabilmente non appassionano i più ma ci tengo a sottolineare quanto siano strategici per il funzionamento di una comunità”