L’assemblea di gestione dello spazio autogestito “MPA – Magazzini Posteriori Autogestiti” (via Magazzini Posteriori, 3, Ravenna) ha aderito all’appello della rete “Mai più lager, né in Emilia-Romagna, né altrove”, che invitava a mobilitarsi in tutte le città della nostra regione contro la riapertura del Centro di Permanenza e Rimpatrio di Modena. Un vero e proprio carcere all’interno del quale verranno reclusi i migranti, cosiddetti, clandestini: una forma di detenzione amministrativa che riteniamo inaccettabile.
Questa mattina, in centro a Ravenna, è apparso uno striscione che recita «Mai più lager! Né in Emilia-Romagna, né altrove».
Accogliamo, infatti, e facciamo nostro l’appello proveniente dalla città di Modena a mobilitarsi, oggi 13 ottobre, in tutte le città della regione contro la prossima apertura di un Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR): un vero e proprio lager, in cui la pratica della detenzione amministrativa, ovvero in assenza di giudizio, garanzie e tutele, è applicata nei confronti di cittadini non italiani, la cui unica colpa è di non avere in tasca un pezzo di carta, chiamato permesso di soggiorno.
Magari perché dopo vent’anni di lavoro nel nostro paese il rinnovo non è stato concesso a causa di un licenziamento, magari perché con un passaporto nigeriano, gambiano, ivoriano o tunisino non si è considerati degni di muoversi, viaggiare e, perché no, cercare un futuro migliore lontano da casa, esattamente come facciamo noi italiani a Londra, Sydney, Berlino o Parigi, e quindi si finisce dietro le sbarre.
Il tema delle migrazioni ha rappresentato negli ultimi anni un’arma di distrazione di massa, volta a dividere gli autoctoni e i migranti e a fomentare una continua guerra fra poveri. L’obiettivo è, come al solito, nascondere le ruberie e le malefatte del potere indicando come nemico il proprio vicino di casa invece di coloro che stanno in alto e continuano, da sempre, a metterci le mani in tasca e a impoverirci.
Non possiamo tollerare che a pochi chilometri da casa nostra sorga una struttura di questo tipo. I centri di detenzione amministrativa per migranti sono attivi da ormai 20 anni, con nomi diversi, ideati e foraggiati in maniera bipartisan da governi di centro-sinistra e di centro-destra nel corso degli anni, mentre vengono ora rilanciati e ampliati dal il cosiddetto “governo del cambiamento”, che, sul tema, pare invece porsi in stretta e oscena continuità con il passato.
Noi non ci stiamo e aderiamo alla campagna lanciata da gli antirazzisti modenesi, cogliendo l’occasione dell’apertura della lotta contro il CPR di Modena per rilanciare la battaglia contro il razzismo istituzionale e contro il razzismo fomentato dalle istituzioni. Perché il nostro vero nemico non è quello senza documenti o dal colore della pelle diverso, da rinchiudere in un lager contemporaneo, ma è colui che sfrutta, rapina e se la ride impunito mentre qua sotto ci si scanna per le briciole.