Il sindaco de Pascale ha annunciato che la giunta comunale stanzierà quarantamila euro per una campagna straordinaria di pulizie sui muri degli edifici comunali di Ravenna investimento, che porterà stabilmente da cinquemila a quarantacinque mila le risorse per questo capitolo.
Da troppo tempo la città subisce vandalismi e lordure che degradano i propri stabili. Prendiamo atto che si avvia finalmente una fase di pulizia degli immobili di proprietà del Comune. Il sindaco stesso ha riconosciuto che questa decisione è maturata tardivamente, dichiarandosene consapevole e scusandosene, aggiungendo giustamente che imbrattare i muri di Ravenna è, a prescindere dal messaggio che si veicola, oltre che un reato, un atto di violenza contro la bellezza della nostra città. Sorvoliamo sull’affermazione secondo cui ad aggravare il quadro, recentemente in alcuni imbrattamenti si è aggiunta la violenza del messaggio, con svastiche e altri simboli nazifascisti, che fa ritenere come lo scatto d’orgoglio di de Pascale sia arrivato non casualmente dopo la vicenda che ha visto scontrarsi su questo tema gli opposti campi politici, come se una delle diverse serie di imbrattamenti sia tollerabile, o addirittura giustificabile. Secondo noi, sono tutti espressione di uno stesso reato, che la polizia municipale avrebbe dovuto e dovrebbe perseguire e stroncare con pari determinazione, prima che si spendano così tanti soldi pubblici per metterci una pezza. Ma restiamo sul fatto nuovo.
La priorità ai luoghi sensibili e ai messaggi violenti, dichiarata dal sindaco, ci induce infatti a sostenere che si deve andare oltre la pulizia dei soli edifici comunali, essendo non meno sconvenienti atti di violenza contro la bellezza della nostra città gli imbrattamenti degli immobili di altri enti pubblici, segnatamente della Provincia, in particolare quelli delle scuole superiori, e della Regione. Essi dovrebbero essere compresi nel programma di risanamento, secondo l’ordine di priorità del maggior degrado dei luoghi e del loro pregio. Non sarà difficile farlo al sindaco, essendo anche presidente della Provincia, ma, su sua richiesta, la Regione non potrebbe dissociarsene, anche riguardo alla spesa.
È difficile non mettere in cima a tale graduatoria l’immobile dell’Agenzia Regionale per la Protezione Civile di piazza dei Caduti, sotto i cui portici vandali e graffitari anomali hanno sempre liberamente sfogato ogni impulso, rendendo l’edificio inguardabile agli occhi dei residenti e dei turisti. La piazza è già prestigiosa perché vi insistono i palazzi della Provincia, del Catasto e della scuola media Novello, nonché per l’antico ponte, emerso dagli scavi per lavori compiuti negli anni Settanta, subito rinterrato sotto l’attuale aiuola. Ma essa è destinata a diventare punto strategico della città come snodo verso la zona dantesca in vista del settimo centenario dalla morte del Poeta. È stato anche annunciato che la nuova entrata principale della biblioteca Classense sarà realizzata sulla piazza stessa, dalla parte della scuola Novello. I portici del palazzo regionale rappresentano peraltro un indegno passaggio d’ingresso a via Baccarini, già di per sé soggetta a degrado e vandalismi di ogni genere, da bonificare con urgenza.
Chiedo pertanto al sindaco:
1) se ritiene, nel senso e nei modi sopradetti, di includere gli edifici di proprietà della Provincia e della Regione nella campagna straordinaria di pulizia dei muri imbrattati da scritte e figure disdicevoli;
2) e se, all’interno del progetto, considera meritevole di intervento prioritario l’immobile della Regione situato in piazza dei Caduti.