INQUADRAMENTO DEI MALFATTI – Sopralluoghi compiuti tra il 1989 e il 1992 su 171 ponti comunali mostrarono in 46 di loro screpolature, cedimenti, fessurazioni, lesioni, distacco di mattoni, pietre sconnesse, ecc. Il 20 gennaio 1995 rivolsi al sindaco un’interpellanza (qui allegata, insieme alla risposta con impegni non mantenuti), e tornai successivamente alla carica più volte, chiedendo invano che fosse disposto un cheek-up completo sul loro stato di salute e avviati i lavori di messa in sicurezza. Ma solo nel 2011 il Comune affidò alla 4Emme di Bolzano, società leader nel settore, il mandato di effettuare prove di carico sui 48 ponti messi peggio, a seguito dei quali l’impresa rilasciò per ciascuno dichiarazioni di transitabilità temporanea. Qualora non fossero compiuti i prescritti lavori di messa a norma, avrebbero dovuto essere chiusi al traffico, a seconda dei casi, nei mesi di marzo 2016 o 2017 o 2018. La relazione generale del febbraio 2015 che accompagnava l’indagine concludeva che: La difettosità relativa media delle 48 strutture sulle quali sono state eseguite le prove di carico indica uno stato di degrado complessivo elevato e superiore del 47% a quello medio riscontrato su tutto il territorio comunale. La situazione non era certo da addebitare alla Giunta comunale allora in carica, bensì alle progenitrici per quanto dello stesso colore politico le quali, dopo i primi allarmanti sopralluoghi tecnici, avevano fatto passare una ventina di anni (e chissà quanti richiami del sottoscritto) senza far niente di niente. Nel frattempo, lo stato dei ponti malati si era ovviamente aggravato, complicando fortemente i rimedi. Ovvio anche che una serie così lunga di interventi costosi, spesso anche difficili, avrebbe richiesto tempi tecnici e finanziamenti cospicui. Sta di fatto che ad oggi, passati altri otto anni, i lavori completati, tutti di recente e non so se ancora collaudati, interessano al massimo 8 ponti.
ORDINANZE A RAFFICA
Ben sapendo in Comune, incalzati dal sottoscritto, che i ponti incriminati non sarebbero potuti tornare a norma alle date fissate dalla 4Emme, ci si affidò alla società stessa, onde evitarne chiusure in massa che avrebbero isolato mezzo territorio comunale, affinché eseguisse ulteriori verifiche al fine di intervenire su quelli più disastrati vietandovi il transito ai mezzi pesanti sulla base dei limiti di carico valutati caso per caso. Ne scaturirono 16 ordinanze, uscite a raffica tra il 30 marzo e il 27 ottobre 2016, che disposero il divieto di transito su 38 ponti (o viadotti) con carico superiore a tonnellate 5 (un ponte), 10 (sei), 13 (uno), 15 (diciotto), 20 (uno), 33 (nove), 40 (due). Servono più che altro a scaricare il Comune da responsabilità in caso di incidenti o cedimenti. Ogni lettore può individuare nell’elenco allegato, da me confezionato, i ponti su cui giornalmente si trova, più o meno serenamente, a passare. Tali divieti sono ancora tutti in vigore, forse anche dove i pochi lavori terminati non sono stati collaudati.
CONSEGUENZE POLITICHE GRAVI
I problemi politici gravi che ne discendono, conseguenza dei ritardi e delle sottovalutazioni con cui l’amministrazione comunale ha cominciato a preoccuparsi dei ponti malridotti, sono almeno i seguenti.
- Arrivano da tutte le parti a Lista per Ravenna segnalazioni che i divieti di transito non sono rispettati dai mezzi pesanti del trasporto privato. Non si ricorda notizia pubblica di controlli effettuati, su tale altamente pericoloso genere di infrazione, dalla Polizia municipale, generosa invece di comunicati quotidiani su molte altre prestazioni non più doverose. S’impone al riguardo un piano di interventi dettagliati e costanti, da cui risulti che le infrazioni siano punite adeguatamente. D’ora in avanti Lista per Ravenna ne monitorerà l’andamento.
- I divieti sono invece rispettati (ci mancherebbe) dai mezzi di trasporto pubblico, con ricadute negative sulla mobilità, soprattutto nel forese, dato che tutti i ponti in questione, tranne forse cinque, sono in campagna, o comunque ben fuori città. Si pensi ai molti tagli delle fermate, particolarmente pesanti per la popolazione anziana e scolastica, specie dell’infanzia, e alle difficoltà o impedimenti a raggiungerne altre distanti. Nel programma di mandato 2016-2021 del sindaco è scritto che un tema caldo è quello della mobilità, a partire dal collegamento città-forese, per il quale i servizi devono plasmarsi su bisogni dei cittadini. Non certo allontanarsene. Occorre, a nostro parere, coinvolgere i consigli territoriali per compiere, ponte per ponte, opportune verifiche sui disagi del trasporto pubblico conseguenti alla rispettiva ordinanza e stabilire come fronteggiarli, nel limite del possibile.
- Impegno programmatico celebrato dall’amministrazione comunale è anche la riduzione del traffico motorizzato privato a favore del trasporto pubblico, coniugato con l’obiettivo di ridurre il carico motorizzato sulle strade per rendere più sicura la circolazione, soprattutto per pedoni e ciclisti, e per abbattere l’inquinamento prodotto dai tubi di scarico. Quanto sopra va nella direzione opposta.
Si impongono dunque, più il tempo passa, le maggiori possibili accelerazioni al risanamento dei ponti a rischio di crollo. Questa è una priorità da collocare in alto nell’ordine degli investimenti da progettare e finanziare. Lista per Ravenna non smetterà di battere il chiodo. Non lo fa solo da quando e perché i ponti crollano altrove.