Ad arricchire la rosa del Porto Robur Costa anche il palleggiatore pescarese Simone Di Tommaso, classe 1982.
Nelle precedenti due stagioni ha contribuito ai successi dell’Emma Villas Siena, in particolare nella conquista della Coppa Italia di A2 nel 2017 e nella promozione in Superlega del 2018.
In attesa dell’inizio della preparazione per il nuovo campionato, gli abbiamo fatto qualche domanda di rito.
Simone, sei reduce da una stagione più che esaltante e vincente con Emma Villas Siena, quali emozioni ti porti dietro da questa esperienza?
- Mi sento di descriverla come una cavalcata favolosa, di grande intensità emotiva, che mi ha permesso di raggiungere l’obiettivo sportivo più importante della mia carriera; tutto questo in una società e in una città eccezionali come Siena. Conquistare la Coppa Italia prima e la promozione in Superlega poi, sono emozioni e soddisfazioni uniche.
Com’è iniziata la tua avventura con la pallavolo?
- Da bambino, come tanti, giocavo a calcio, poi ho deciso di seguire le orme di mio fratello maggiore, quando avevo circa 12 anni, e da lì è nata un’enorme passione.
Sei anche allenatore di beach volley, lo consideri un altro modo di vivere la “passione pallavolo”? Come ti senti nelle vesti di insegnante?
- Beach Project è l’associazione sportiva con cui d’estate faccio attività di beach volley ad ogni livello: giovanile, senior, agonistica e amatoriale. È un modo per nutrirmi di volley tutto l’anno e tenere sempre viva la mia passione più grande. Allenare mi piace tantissimo, vorrei che fosse questo il mio futuro dopo che avrò appeso le ginocchiere al chiodo, perciò mi impegno a fare il coach, la considero una “gavetta” necessaria.
Cosa ti ha portato a scegliere Ravenna come prossima tappa della tua carriera?
- È stata una scelta spontanea e convinta, mi sono sentito molto lusingato dalla proposta ricevuta da un club così importante come il Porto Robur Costa, soprattutto per la sua tradizione e dopo la vittoria della coppa europea. La possibilità di giocare nella Superlega dopo tanti anni trascorsi nelle categorie inferiori è stata per me un’occasione da non perdere. Un grande valore aggiunto è la possibilità di lavorare con Gianluca Graziosi, un allenatore che ho incontrato da avversario, per il quale ho sempre nutrito una profonda stima. Pensando anche al mio futuro e all’entusiasmo che provo nell’insegnare ai giovani, voglio cogliere ogni sfumatura di questa opportunità, sia come giocatore, sia come coach.
Cosa conosci di Ravenna come città e come club?
- È una città storica che ho già visitato, la vita romagnola è affine al mio stile di vita e mi piace molto, anche non troppo lontano da Pescara, la mia città natale, insomma non vedo l’ora di cominciare.
Quali pensi possano essere le tue caratteristiche capaci di fare la differenza?
- Credo sarà fondamentale la mia capacità di inserirmi in una squadra giovane, con grandi prospettive. Voglio essere un contributo per la crescita quotidiana del gruppo, mettendomi al servizio della squadra, umanamente e tecnicamente, con la voglia di continuare a lavorare in palestra nonostante i miei 36 anni.
Cosa ti aspetti dalla prossima stagione, a livello personale e di squadra?
- Non vedo l’ora di godermi il palcoscenico della Superlega, quest’anno ancora di più con l’arrivo di tanti giocatori fortissimi nel campionato. Spero di assaporarlo in tutte le sue sfumature, dalle difficoltà che incontreremo, alle soddisfazioni che potremo toglierci lavorando sodo. La squadra è un equilibrio di veterani e giovanissimi, con il lavoro e la mentalità giusta sono convinto che potremo far ricredere chi “a bocce ferme” non ci considera un team vincente. Mi sento fiducioso e pronto ad impegnarmi per raggiungere i migliori obiettivi.