Questa mattina l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, ha celebrato nel duomo di Ravenna la messa per la festa di Sant’Apollinare, santo patrono di Ravenna e della regione Emilia Romagna.
Al centro della riflessione che, come tutti gli anni, l’arcivescovo ha rivolto nella omelia, vi è stato il tema dell’educazione dei giovani e della loro inclusione sociale, tema che guiderà l’intero prossimo anno pastorale anche in vista del sinodo dei vescovi su giovani, fede e vocazione del prossimo autunno. Monsignor Ghizzoni, in particolare, lancia l’appello a “diventare quel villaggio che educa alla vita e alla vocazione”, rilanciando l’alleanza tra Chiesa, famiglia e società, e invitando istituzioni, scuola e imprese a un impegno concreto su alcuni fronti comuni.
La Santa Messa per la festa del Patrono è stata anche l’occasione per tre importanti annunci: la nomina di don Alberto Brunelli, 57 anni, parroco del SS. Redentore come nuovo vicario generale della diocesi (in sostituzione di don Alberto Graziani) e di don Matteo Papetti alla guida dell’Ufficio di Pastorale Giovanile assieme al diacono Davide Riminucci. A novembre, poi, inizierà la prima Visita pastorale del vescovo a tutte le parrocchie della Diocesi. Si partirà, simbolicamente, da quella più periferica, la parrocchia di Jesus Misericordioso, guidata da don Stefano Morino a Carabayllo in Perù, dove l’arcivescovo si recherà assieme a un gruppo rappresentativo della Diocesi.
L’arcivescovo ha sottolineato che “ci dobbiamo alleare: famiglie, scuola, centri educativi, parrocchie, associazioni, movimenti, istituzioni locali, istituzioni dello Stato, per rimettere al centro una cultura dell’educazione, della trasmissione degli ideali grandi e alti che hanno ispirato le grandi personalità religiose e civili del nostro popolo, anche nelle nostre terre e che hanno ispirato la costruzione della nostra civiltà europea”.
Ha individuato tre terreni concreti sui quali sperimentare questa alleanza:
“Per la scuola e l’università: come parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali, abbiamo diversi spazi nei quali facciamo doposcuola per ragazzi; abbiamo avviato il Coordinamento Link che porta nelle scuole esperienze di valori vissuti per coinvolgere gli studenti; come Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna abbiamo aperto alcune convenzioni con l’Università di Bologna per coinvolgere i giovani universitari su temi di grande respiro; accogliamo con la Caritas giovani in sevizio civile…”. Occorre progredire su questa strada, con l’obiettivo di far crescere contatti e rapporti tra chi si occupa di giovani all’interno della diocesi e fuori.
Sul fronte lavoro, occorre collegare meglio il mondo della formazione a quello lavorativo, e trovare organismi e servizi, anche per i giovani immigrati, “che permettano di realizzare il desiderio di lavorare e affermarsi”. Su questo l’arcivescovo propone di avviare una riflessione con le varie categorie di imprenditori, per favorire l’impiego, oppure il tirocinio, la qualificazione dei giovani, “sapendo che spendere sui giovani è investire sull’innalzamento del livello di sviluppo della società e con un ritorno per tutti. Penso anche al grande progetto che si sta attivando sul porto – aggiunge il vescovo -: speriamo che ci possa essere una attenzione speciale per dare lavoro anche ai nostri giovani”.
Sul fronte famiglia: due obiettivi strategici dal punto di vista pastorale, ma anche per la progettazione sociale. “Il primo è la preparazione dei giovani al matrimonio con una formazione a livello personale che li prepari alle relazioni e alla vita comune, e a livello sociale con la creazione delle condizioni affinché si trovi lavoro più facilmente. Dobbiamo riuscire a stringere i tempi del passaggio tra studio, lavoro e famiglia! Il secondo è l’accompagnamento delle giovani coppie nei primi anni: a livello personale con i cammini dei gruppi sposi parrocchiali, e a livello sociale con provvedimenti e sostegni stabili che favoriscano chi si assume l’impegno e la gioia di avere figli, che sono ancora desiderati. Qui il nostro Comune sta facendo passi concreti sulle politiche familiari e rivolte alla genitorialità e alla natalità, siamo fiduciosi che continuino, anzi che crescano”.
Infine, un richiamo specifico alle necessità dei “giovani con difficoltà psichiche, malattie croniche o disabilità, per quelli segnati profondamente dalla dipendenza dalle sostanze (eroina, cocaina, droghe sintetiche) e da internet: abbiamo tante realtà che danno assistenza e cure, sia pubbliche che di volontariato – ragiona l’arcivescovo -. Le dovremo sostenere ancora di più. Soprattutto per le dipendenze abbiamo una grande carenza di prevenzione, che è un lavoro soprattutto educativo, assolutamente necessario, visti i numeri crescenti di giovanissimi e giovani che cadono nella rete delle droghe”.