“La visione di un Sistema-Romagna è vitale per consentire alle nostre comunità di vivere in una situazione di benessere sociale, economica e ambientale” così Filippo Pieri, segretario generale CISL Romagna, sintetizza la giornata odierna in cui si è discusso di quali progetti per lo sviluppo del territorio.
L’occasione è stata la presentazione del secondo bilancio di missione di CISL Romagna presso la Camera di Commercio di Forlì, a cui hanno partecipato Guido Caselli, direttore del centro studi Unioncamere Emilia-Romagna.
BILANCIO DI MISSIONE
La rendicontazione sociale, elaborata da Michele Tempera, ha portato in evidenza alcuni dati dell’attività svolta nel 2017 dal sindacato cislino nel suo insieme di federazioni, associazioni e servizi presso le 48 sedi sparse n tutta la Romagna:
25.000 pratiche riguardanti pensioni, ammortizzatori sociali, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali; 140 procedure fallimentari
con assistenza ai lavoratori per il recupero dei loro crediti per oltre 750.000 euro; oltre 3.000 le richieste di permessi di soggiorno compilate; 12.000 persone curate gratuitamente nei 10 ambulatori attrezzati; 185.000 euro recuperati a favore dei consumatori; 24.570.000 euro di tasse rimborsate ai contribuenti che hanno fatto la dichiarazione redditi nei CAF Cisl; 13,5 tonnellate di anidride carbonica non emessa nell’aria grazie agli impianti fotovoltaici installati nelle sedi Cisl; da sei a tre persone la riduzione del personale politico.
SISTEMA-ROMAGNA – Economia e sociale
Pieri ha poi lanciato il tema dell’incontro ovvero le opportunità di una comune “visione romagnola” nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini pur rimanendo all’interno della Regione Emilia-Romagna.
“La Romagna – sostiene il segretario – ha la dimensione giusta per progettare e sostenere un modello di sviluppo fondato sulla qualità che è dirimente per migliorare il già buon sistema sociale ed economico. Infatti le ricerche più recenti dei centri studi dimostrano che i sistemi imprenditoriali votati alle produzioni con alto valore aggiunto, quindi indirizzate soprattutto ai mercati esteri, sono quelli che consentono una crescita economica duratura, creano occupazione stabile e di qualità permettendo, quindi, più benessere sociale.”
“In questo contesto il sistema universitario non può essere estraneo a questo percorso – evidenzia il sindacalista cislino – è uno dei fattori decisivi che potrebbe sostenere con ricerca e innovazione il tessuto di piccole e medie imprese, poco patrimonializzate e che difficilmente possono permettersi investimenti importanti. L’innovazione di processo e di prodotto è già presente nel territorio, ma solo in alcune grandi imprese che sono diventate leader internazionali nei settori agroalimentare, del benessere fisico e delle costruzioni.”
“Qualità economica, qualità sociale e qualità ambientale – aggiunge Pieri – perché la Romagna è per sua natura un territorio a vocazione agroalimentare e turistico, per cui la prima risorsa da preservare, e in alcuni casi da recuperare, è l’ambiente. Solo con questa premessa si possono progettare infrastrutture a servizio dei cittadini, delle imprese e dei turisti: definendo il ruolo del porto di Ravenna, dei due aeroporti di Forlì e Rimini, della mobilità lungo la costa e della mobilità dolce, del collegamento stradale della E55 e di quello veloce fra Cesena e Forlì.”
SISTEMA ROMAGNA – Le previsioni
“Se la Romagna ha affrontato il primo periodo di crisi, dal 2008 al 2017, con una crescita del PIL dello 0,4% contro lo 0,3% dell’Emilia – afferma Guido Caselli – le previsioni fino al 2019 indicano un aumento dell’Emilia superiore dello 0,4% a quello della Romagna”.
“In particolare – continua il direttore del centro studi di Unioncamere regionale – la Romagna è svantaggiata per la minore presenza di imprese manifatturiere votate all’estero, ma ha nel settore turistico una grande opportunità”
“Sarà dirimente per lo sviluppo dei territori e delle imprese – conclude Caselli – che le istituzioni, le associazioni di categoria e le imprese ragionino e programmino in termini di “area vasta” senza rinchiudersi in se stessi.”
SISTEMA-ROMAGNA – Questione istituzionale
Infine non può mancare la questione istituzionale. “E’ arrivato il momento – afferma Pieri – di affrontare e risolvere una volta per tutte il tema delle tre province. Anni di discussioni a cui non ha seguito nessuna iniziativa concreta. Una soluzione non è più rinviabile perché questa apatia istituzionale sta impedendo lo sviluppo coordinato del nostro territorio.”
“Gli amministratori locali si devono assumere le loro responsabilità – continua il segretario della CISL Romagna – proponendo in accordo con la regione un percorso chiaro e realizzabile, che sia all’interno della discussione sulla maggiore autonomia regionale che è in corso con il Governo.”