Dopo anni di indagini, dopo mesi di processo, dopo ore di attesa del verdetto, sono sembrati interminabili gli ultimi minuti prima conoscere la decisione dei giurati nella sala d’Assise del Tribunale di Ravenna.
La grande sala era stracolma di pubblico. Persone che hanno seguito il processo dalla prima ora e altre giunte oggi solo per l’epilogo. Vi erano anche le telecamere delle televisioni nazionali, in collegamento con le trasmissioni pomeridiane.
La tensione si leggeva sui volti di tutti, in particolare su quelli della PM Cristina D’Aniello, del Procuratore Capo Alessandro Mancini, e soprattutto sui volti degli avvocati difensori Giovanni Trombini e Francesco Dalaiti.
Poi a sorpresa qualche secondo prima che i giurati entrassero in aula e’ arrivato anche Matteo Cagnoni, la cui presenza era stata esclusa. Sembrava tranquillo al fianco del suo avvocato e amico. Poi alla parola “ergastolo”, la testa di Cagnoni si è lentamente abbassata, gli occhi si sono socchiusi, per qualche istante è sembrato barcollare. E quando Schiaretti ha letto le parole “dichiara sospeso dell’esercizio della potestà di genitori” Cagnoni ha rialzato il viso, in direzione della corte, quasi a voler dire: “Questo no. Questo e’ troppo”.
Ed è stato il suo avvocato Trombini, dopo averlo saluto con un bacio, mentre le guardie carcerarie lo portavano via dall’aula, a dichiarare: “La tragedia che si è abbattuta sui bambini ( i tre figli di Mattel e Giulia) oggi è ancora più tragica”