07/05/2018 – A finire in manette M.B., un 40enne originario del Marocco, noto alle forze dell’ordine, che da qualche tempo aveva preso a “taglieggiare” un 54enne domiciliato a Solarolo, che lo aveva ospitato nell’abitazione di Faenza che il faentino aveva preso in consegna dall’Acer.
La vicenda però, della quale si sono occupati i carabinieri di Solarolo, al comando del Luogotenente Bruno Vivaldo, presenta ancora alcuni aspetti da chiarire.
Le indagini sono partite dopo la denuncia della vittima che si sentiva quasi perseguitato dal 40enne. L’uomo ha infatti raccontato ai carabinieri che ai primi di febbraio, casualmente aveva incontrato il magrebino che gli aveva chiesto un posto dove poter dormire per qualche giorno, in nome della loro vecchia amicizia. Il 54enne, assegnatario di un “alloggio di edilizia popolare” in via Ponte Romano a Faenza, si è informato con l’ente che gestisce quegli appartamenti e poi ha consegnato le chiavi di casa allo straniero, raccomandandosi di mantenere tutto in ordine e di non procurare danni alle strutture. Visto che l’amico lamentava di non avere denaro per mangiare, il faentino gli ha prestato anche qualche decina di euro. Secondo il racconto della vittima, lo straniero per sdebitarsi gli avrebbe offerto della cocaina che però il 54enne italiano non aveva accettato.
Nei giorni seguenti, quando il faentino è tornato in via Ponte Romano per farsi restituire le chiavi, il magrebino ha chiesto di poter rimanere ancora un po’ e nell’occasione si è fatto prestare ancora qualche euro. Il rapporto fra i due ha incominciato a incrinarsi nel momento in cui il 54enne ha voluto verificare le condizioni dell’appartamento ed ha trovato il suo ospite in compagnia di un connazionale che, a sua volta, si era accasato in quell’alloggio. Il tutto senza parlare del disordine che regnava in tutte le stanze, motivo per cui i due stranieri erano stati invitati ad andare via entro il giorno successivo.
In realtà, la storia si è trascinata fino a marzo, ma il magrebino, anziché andarsene, ha “alzato” il tiro. Infatti, quando il 54enne è tornato nell’appartamento e ha trovato la situazione addirittura peggiorata ha perso le staffe ed ha ordinato perentoriamente ai due stranieri di sloggiare. Il 40enne a quel punto ha impugnato un coltello da cucina e puntandoglielo contro lo ha minacciato di morte costringendolo ad uscire dall’appartamento a gambe levate.
Fra un tentativo e l’altro di trovare un accordo, sono trascorsi altri giorni senza che la situazione cambiasse, anzi il magrebino ha cominciato a minacciare l’italiano paventando di fargli perdere i diritti sull’affidamento di quell’appartamento perché avrebbe raccontato all’Acer di aver pagato 150 euro al mese come sub-affitto, violazione molto grave del regolamento che può comportare la revoca dell’assegnazione.
A metà aprile, a seguito di un intervento dei carabinieri chiamati dal 54enne, il magrebino si è impegnato a lasciare l’appartamento il giorno successivo e questa volta ha mantenuto la parola. Quando il faentino ha rimesso piede in casa, però, ha trovato una spiacevole sorpresa: il suo ospite, probabilmente per dispetto, aveva danneggiato la caldaia, gli arredi del bagno e gli infissi. Si trattava solo del preambolo di ciò che sarebbe accaduto in seguito. Infatti lo straniero, dopo aver lasciato l’appartamento, ha cominciato a perseguitare il 54enne con telefonate minatorie, accusandolo di aver fatto intervenire i carabinieri e ricordandogli più volte l’episodio del coltello di qualche settimana prima, rincarando la dose con la minaccia di rivelare la storia del sub-affitto.
Il “prezzo” da pagare stabilito dal magrebino per risolvere la faccenda è stato di 170 euro, che alla fine il faentino, intimorito da quelle minacce, gli ha consegnato il pomeriggio del 20 aprile, nel piazzale della stazione ferroviaria di Solarolo, con la “promessa” di essere lasciato in pace. A distanza di qualche giorno si è ripetuto lo stesso copione ma questa volta il faentino, preoccupato da ciò che stava accadendo, si è fatto coraggio raccontando tutto ai carabinieri di Solarolo che hanno organizzato una trappola per cogliere il malvivente con le mani nel sacco.
Il piano dei militari dell’Arma ha funzionato alla perfezione: dopo aver fotocopiato le banconote ed essersi nascosti in borghese nei paraggi del luogo dove era stato fissato l’appuntamento, hanno assistito allo scambio del denaro e appena la vittima si è allontanata sono saltati addosso al suo estorsore, che si era presentato all’appuntamento a bordo di un auto guidata da un connazionale a cui aveva chiesto un passaggio. Appena i carabinieri gli hanno trovato in tasca i 180 euro consegnati dalla vittima, per il 40enne magrebino sono scattate le manette con l’accusa di “estorsione continuata”.
Il pm Monica Gargiulo, che ha seguito l’indagine, ha disposto di accompagnare l’arrestato in carcere a Ravenna, dove è rimasto recluso fino all’interrogatorio del gip Antonella Guidomei. Al termine dell’udienza di convalida, il giudice ha applicato al magrebino la misura del divieto di avvicinamento alla vittima nonché l’obbligo di presentazione dai carabinieri per due volte a settimana.
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