16/04/2018 – C’era da restare basiti leggendo l’ordine del giorno del Comitato cittadino di Porto Fuori del 10 aprile scorso che recava, fra gli altri, il seguente punto: “Cerimonia di intitolazione della sezione ANPI di Porto Fuori al partigiano Angelo Castagnoli (sabato 22 Aprile ore 10.30). Che un simile argomento dovesse essere affrontato da un comitato che si dovrebbe occupare del benessere dei cittadini di un territorio, di un cassonetto da spostare, di un gioco da rimettere a posto o delle legittime rivendicazioni sull’eventuale ripristino dell’ipotesi bitumificio, era infatti inspiegabile. Senonché poche ore prima della riunione che aveva quel punto all’ordine del giorno ecco comparire su Facebook il motivo di tanta fretta. Si trattava della locandina che annunciava la cerimonia di cui sopra e nella quale figurava, addirittura secondo nell’ordine degli interventi, il Presidente del Comitato Cittadino stesso, come se fosse un’autorità e come se potesse “impegnare” il Comitato nell’inaugurazione della sede di un partito. Perché di fatto l’ANPI è un partito e il sottoscritto si è addirittura stufato di doverlo dimostrare non essendoci che occasioni in cui questa associazione non prenda posizioni politiche, sempre a sinistra, su qualunque argomento, dal lavoro ai migranti, dalle pensioni alla sanità. Non dovrebbe neppure esservi alcun bisogno di spiegare il motivo per cui un comitato cittadino debba astenersi dal presenziare all’inaugurazione di una sede di partito. Come consigliere comunale peraltro, trovo detestabile che anche il Presidente del Consiglio comunale che figura tra i presenti all’evento vi prenda parte se non a titolo personale in quanto non sento alcuna necessità che il Consiglio comunale sia rappresentato in una simile circostanza dovendolo essere altrimenti in ogni evento di qualunque partito sia presente sul nostro territorio. Non solo. Non essendo stato partigiano nessuno degli attuali soci di tale discutibile sodalizio, appare decisamente sospetto che proprio in questo periodo si senta la necessità di fare un’intitolazione a chi partigiano lo è stato davvero. La sensazione è che per usare la resistenza a scopo politico ogni espediente sia ormai diventato buono. Resta il fatto che il Comitato Cittadino e il suo presidente, benché quest’ultimo abbia una tessera di partito in tasca, devono prendere atto che il Comitato e la locale sezione di quel che resta del PD sono due cose diverse. Gli piaccia o meno.