Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.
La campagna, on air dall’8 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei contribuenti riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un dormitorio, un condominio solidale, un orto sociale diventano molto di più e si traducono in luoghi di ascolto e condivisione, in mani tese verso altre mani, in occasioni di riscatto.
“L’obiettivo della campagna 2022 – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – è dare ancora una volta voce alla Chiesa in uscita motivata da valori che sono quelli del Vangelo: amore, conforto, speranza, accoglienza, annuncio, fede. Gli spot ruotano intorno al ‘valore della firma’ e ai progetti realizzati grazie ad essa. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà ed è autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Dietro ogni progetto le risorse economiche sono state messe a frutto da sacerdoti, suore, operatori e dai tantissimi volontari, spesso il vero motore dei progetti realizzati”.
Come accade a pochi chilometri da Faenza dove, nel cuore delle colline di Castel Raniero, si trova Terra condivisa, un orto dove si coltivano soluzioni all’emarginazione e alla disoccupazione. È un progetto di agricoltura sociale, promosso dalla Caritas di Faenza-Modigliana, destinato a persone svantaggiate, con l’obiettivo di fornire competenze utili per il lavoro agricolo e per l’inserimento in una nuova dimensione relazionale.
“Terra Condivisa – spiega Chiara Resta, operatrice responsabile del progetto, nel filmato di approfondimento disponibile al link https://www.8xmille.it/progetti/2022/terra-condivisa-orti-sociali-richiedenti-asilo-e-persone-fragili – significa condividere i frutti della terra abitandola insieme. Tramite una formazione retribuita e imparando il mestiere del contadino, nell’orto di ‘Terra Condivisa’, accompagniamo persone inoccupate e con situazione di svantaggio sociale in un percorso di autonomia, così che, una volta acquisite competenze spendibili nel mercato del lavoro, sia facilitato il loro inserimento nel tessuto produttivo locale. In questi tre anni abbiamo visto tante persone che sono passate, tanti soggetti che hanno avuto la voglia di imparare, che ci hanno messo impegno ed hanno acquisito competenze nuove”.
Sostenuto nel primo triennio, dal 2019 al 2021, con 225.000 euro provenienti dai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, questo progetto di agricoltura solidale coniuga la formazione e il recupero delle tradizioni contadine. Questo avviene grazie ad un percorso sul “campo” assicurato dal coinvolgimento di ortolani esperti che condividono il proprio “sapere contadino” con la forza lavoro composta inizialmente da richiedenti asilo, ospitati sul territorio, ed ora da persone in fragilità socio-economica, con lievi disabilità e disoccupati che chiedono aiuto alla Caritas e ai servizi sociali.
“La nascita di un’iniziativa come questa è stata molto onerosa dal punto di vista economico – aggiunge Stefano, responsabile del progetto – Se non ci fosse stata la possibilità di accedere ai fondi 8xmille sarebbe stato impossibile avviare l’orto. Il contributo ci ha permesso di dare vita a questa idea e realizzare concretamente questo nostro pensiero. Gli elementi chiave della buona riuscita sono la promozione e la creazione di una rete nel territorio finalizzata al suo supporto, così come lo sviluppo del ruolo del volontariato in un’ottica di protagonismo”.
Filiera corta e produzione a chilometro zero sono i tratti distintivi dell’orto, realizzato dall’Organizzazione di volontariato Farsi Prossimo, con una lunga esperienza nel campo dell’accoglienza, e fortemente voluto dalla Caritas diocesana di Faenza-Modigliana. Su un ettaro di terreno viene coltivata una ricca varietà di ortaggi e verdure mentre un’area è dedicata alla produzione di cachi. Il fiore all’occhiello sono le fragole con una produzione annua che si attesta sui 1000 chili.
“Terra, lavoro e persone – sottolinea Erica Squarotti, referente per il progetto – sono i cardini di questo progetto. Qui si impara ad essere responsabili e ad aver fiducia nell’altro. Stare insieme diventa un’occasione di confronto e di crescita, di scambio di idee e di ricerca di soluzioni, come in una famiglia. Una breve sezione teorica ed una più ampia parte pratica vanno nella direzione del raggiungimento dell’obiettivo, secondo un modello volto a favorire l’indipendenza e la responsabilizzazione”.
Al centro del tirocinio formativo figurano tematiche specifiche come la sicurezza, l’orticoltura, la raccolta e la potatura senza trascurare la pratica della lingua italiana e la comprensione delle dinamiche legate all’impiego, affrontate nell’ottica di aumentare le future opportunità lavorative dei partecipanti.
“Questa opportunità ha dato un po’ ossigeno ad un mio momento delicato – sottolinea Marcello tirocinante – e grazie a Terra condivisa ho riacquistato la speranza”. “Sono entrato esattamente un anno fa nel progetto, dopo essere stato fuori per più di dieci anni dal mondo del lavoro per motivi familiari importanti – aggiunge Giovanni, tirocinante – Il lavoro non è solo un qualcosa che ti dà da mangiare, nel senso che ti fa portare a casa uno stipendio, ma è anche un modo molto importante per interagire con altre persone, per migliorarsi e crescere. E’ il riscatto dopo tanti anni bui”.
I prodotti della terra, lavorati nel rispetto della natura, sono venduti ai privati e ad alcuni ristoranti della zona mentre le eccedenze vengono recuperate attraverso le mense Caritas o la distribuzione di alimenti. Sono circa 90 i clienti che prenotano mensilmente una cassetta di verdure con le primizie di stagione.
Chi acquista le verdure e la frutta di Terra Condivisa compie una scelta consapevole, ecologica e solidale. I prodotti possono essere acquistati a Faenza presso il punto vendita di via A. Manzoni 11bis, con consegne gratuite a domicilio il martedì e venerdì pomeriggio, oppure presso il banco presente in via Gramsci il giovedì mattina e nei banchetti allestiti nelle parrocchie una volta al mese.
“Mi riempie di orgoglio essere utile – sottolinea Angelo volontario – e contribuire allo sviluppo di un progetto sociale così rilevante. “Sono pensionato e faccio parte da due anni di Terra condivisa – aggiunge Roberto operatore– Curo l’orto e progetto insieme agli altri le varie colture”.
Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, le attività dell’orto non si sono mai fermate. Gli operatori e gli esperti ortolani periodicamente aprono i cancelli ai visitatori, nel rispetto delle misure anti Covid, per far conoscere l’orto, i suoi prodotti e la cultura della solidarietà e inclusione sottostante, mentre giovani animatrici si occupano di organizzare laboratori per i più piccoli coinvolgendoli in attività manuali legate alla coltivazione.
Un progetto articolato, dunque, reso possibile anche da un team di volontari che assicurano le competenze professionali necessarie. Si può rimanere in costante aggiornamento sul sito www.terracondivisa.farsiprossimofaenza.org o sui social @terracondivisa.