Tra il 1944 e l’aprile del 1945 Castel Bolognese conobbe uno dei periodi più tragici della sua storia recente: con l’arenarsi dell’offensiva alleata nel dicembre del ‘44 sul Senio, per i Castellani iniziò una lunga odissea in cui la popolazione civile cercò di trovare rifugio nelle cantine del centro e nelle grotte dei colli della Serra, tra privazioni, dolore e sacrificio.
Per non dimenticare, in occasione del 80° Anniversario della Liberazione, l’Amministrazione Comunale di Castel Bolognese, di concerto con il Comitato Antifascista locale e con la personale collaborazione degli esperti di storia locale Paolo Grandi e Andrea Soglia, ha organizzato alcune visite guidate alla scoperta del territorio e delle vicende del secondo conflitto mondiale, con testimonianze di chi ha vissuto in prima persona questi tragici momenti.
Il secondo dei tre appuntamenti in programma è per sabato 23 novembre 2024 con la visita dal titolo “Le cantine di Castel Bolognese dove la popolazione sopravvisse nei cinque mesi del passaggio del fronte”. Il ritrovo è alle ore 14:30 presso il chiostro del Comune (Piazza Bernardi) per una breve introduzione storica. Poi, a piedi, si visiteranno le cantine delle suore domenicane, le cantine di “Badò” (oggi Caminetto d’Oro) e le cantine dell’ex Ospedale. Si potranno ascoltare le testimonianze di Maria Landi, Mario Magrini e Angelo Minarini.
In considerazione dei luoghi visitati, si consigliano calzature adeguate e abbigliamento comodo.
L’evento si terrà anche in caso di maltempo.
Il terzo e ultimo appuntamento della rassegna è per sabato 22 marzo 2025 ore 14:30 con la visita guidata dal titolo “La chiesa della Pace: sulla prima linea del Senio”.
Tutti gli eventi sono a partecipazione libera e gratuita.
La visita rientra tra le iniziative promosse nell’ambito del protocollo d’intesa dedicato all’80° anniversario della Liberazione sottoscritto dai Comuni della Provincia di Ravenna, con l’obiettivo di “contribuire a promuovere la memoria storica della lotta di Liberazione nel territorio della provincia di Ravenna”