E’ stata inaugurata questa mattina la rassegna in via Zirardini, Open Air Gallery, dedicata alle donne, che sarà visibile fino al primo aprile.
La mostra, alla sua seconda edizione, è dedicata in particolare a quelle donne nella storia che sono nate o vissute a Ravenna, o che con Ravenna hanno comunque avuto un legame speciale, a partire dall’imperatrice Teodora, che non visitò mai la città, ma che fece avere la sua immagine per la Basilica di San Vitale, immagine che solo qui è ancora perfettamente conservata dopo tanti secoli.
Accanto a lei una galleria di donne impegnate in campi diversi: religiose, benefattrici, educatrici e dottoresse. Sono tutte donne reali: per alcune di loro i ritratti sono ben definiti, per altre si tratta di immagini sbiadite riprodotte in piccole dimensioni per sottrarle all’oblio cui rischiano di essere destinate.
In mostra i ritratti di Amalasunta, Regina degli Ostrogoti (Ravenna, tra 495 e 498 d.C. – Bolsena, 30 aprile 535 d.C.). Figlia del re Teodorico, con la morte del padre, nel 526, divenne reggente del regno degli Ostrogoti in nome del figlio Atalarico. Donna dalla grande visione politica, continuò sulla strada tracciata dal padre.
Antonia Alighieri, monaca e benefattrice (Firenze, fine XIII secolo – Ravenna, dopo il 1371) Figlia di Dante Alighieri; alla morte del padre (1321) si fece monaca col nome di suor Beatrice nel Monastero di Santo Stefano degli Ulivi a Ravenna.
Adriana Tavelli “Madre Andreana” (Ravenna, 1546 – 1613). Rimasta vedova all’età di 28 anni di Girolamo Tavelli, si incammina verso la strada della consacrazione alla fede. Nel 1582 mette a disposizione la sua casa accogliendo fino a 12 giovani che aspirino alla convivenza comune seguendo le “regole et ordini” da lei stessa scritte, dando vita alla Congregazione Francescana delle “Vergini di San Giuseppe” detta comunemente delle Tavelli.
Giulia Pascoli “Suor Chiara” (Ravenna 1638- 1687). Nata a Ravenna nel 1638, ebbe un’educazione religiosa e quando suo fratello Carlo si rese Cappuccino col nome di Frate Antonio Felice anche lei volle seguire le sue orme e diventare Cappuccina. Dopo molte difficoltà, durate circa 15 anni, nel 1675 fondò il Monastero delle Cappuccine nella casa di sua madre e lei divenne suor Chiara.
Costanza Ghika Rasponi (Valacchia (Romania)1835 – Ravenna 1895). Costanza Ghika Rasponi è stata la principale fautrice della nascita di Croce Rossa a Ravenna, che viene fondata il 15 aprile1888 presso la residenza di famiglia, Palazzo Rasponi Murat. Nel 1875 fondò una commissione di patronesse al fine di avviare una Società Operaia Femminile di Mutuo Soccorso. Le sopravvissero i figli Giulio, presidente di Croce Rossa; Luisa, coinvolta nella gestione delle proprietà della famiglia; Eugenia, imprenditrice ed attivista.
Gabriella Rasponi Spalletti (Ravenna 1853 – Roma 1931) Gabriella diviene membro dell’Unione delle dame di Croce Rossa Italiana e si occupa di preparare materiale sanitario, raccogliere fondi e nuove iscrizioni. Fondatrice di una scuola di ricamo, che negli anni diviene una società cooperativa di mutuo soccorso ed istituto professionale femminile, è presidentessa del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, la cui prima riunione si tiene nel 1908. Obiettivo del CNDI era di giungere a una progressiva emancipazione civile della donna, in ambito educativo, sociale e lavorativo, per giungere alla emancipazione politica.
Maria Ponti Pasolini (Gallarate 1856 – Roma 1938). Consapevole delle condizioni delle donne lavoratrici, nel 1883 fonda a Coccolia una scuola di ricamo per giovani donne e nel 1903 promuove le Industrie Femminili Italiane, un consorzio di cooperative e imprese con lo scopo di impedire lo sfruttamento della manodopera e di migliorare le condizioni economiche delle lavoratrici.
Proserpina Isotta Gervasi (Castiglione di Ravenna 1889 – Modena, 1967). Si laureò in Medicina all’Università di Bologna, e poi si specializzò in Pediatria nel 1919, diventando la prima dottoressa in Italia a diventare medico condotto. Iniziò a lavorare nelle campagne ravennati dove era conosciuta come “la dottoressa dei poveri” o l’“angelo in bicicletta”. Donna elegante e di grande cultura ha frequentato i salotti nei quali la conversazione attraversava i luoghi dell’arte e della cultura; famosa anche per la sua passione per i motori e per il volo in cui dimostrò essere un’antesignana. Le sono stati conferiti diversi riconoscimenti per la sua carriera medica.
Argia Drudi “la dottoressa dei poveri” (Castiglione di Ravenna 1901- 1957). Seguendo la sua vocazione, entrò nell’Istituto di Santa Teresa del Bambino Gesù diventando Suor Argia. Spronata da Don Angelo Lolli, riprese gli studi e, lavorando di giorno e studiando di notte, recuperò tutti i gradi scolastici fino ad ottenere la maturità classica. A 40 anni si iscrisse a Farmacia e, conseguito il titolo, decise di laurearsi anche in Medicina e Chirurgia. Così a 46 anni diventò la dottoressa di Santa Teresa.
Libera Musiani (Ravenna, 1903 – 1987). Nel 1948 è tra le fondatrici del Gruppo mosaicisti dell’Accademia di Belle Arti. Il suo nome compare anche tra le liste delle crocerossine. Negli oltre 50 anni di carriera affermò il proprio talento nell’arte e nel mestiere, operò in tutta Italia e all’estero non solo come restauratrice e copista ma anche come artista.
Natalina Vacchi (Ravenna, 1914-1944). Nata a San Pietro in Vincoli nel 1914 da un’umile famiglia di braccianti si iscrisse clandestinamente al PCI nel 1942 e poco dopo entrò a far parte della Resistenza ravennate, traendo in salvo Arrigo Boldrini nel settembre 1943. Arrestata in seguito all’uccisione del brigatista nero Leonida Bedeschi (Catìveria) venne maltrattata in carcere e condannata a morte per rappresaglia assieme ad altri 11 prigionieri. Fu impiccata all’alba del 25 agosto 1944, presso il Ponte degli Allocchi, dopo essere stata costretta ad assistere all’esecuzione di tutti i suoi compagni.
Giorgina Danesi (Ravenna 1922- 1982). Dopo essersi diplomata in ragioneria si trasferisce a Firenze per seguire la scuola per ostetriche completata nel 1952. Ritornata in Romagna inizia a collaborare con la dottoressa Gervasi mettendo a frutto la competenza acquisita. Insieme sono state le promotrici della sanità diffusa nel territorio, accomunate dall’uso della bicicletta per raggiungere i propri assistiti e dall’impegno per migliorare la vita delle persone, in particolare aiutando le donne e i loro figli.
Isotta Fiorentini Roncuzzi (Ravenna, 1925 – 2016) Laureata in Chimica Industriale, i suoi studi sulle tecnologie del mosaico antico e contemporaneo l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Tantissimi sono gli studenti che da lei hanno appreso la tecnologia del mosaico presso l’Istituto Statale d’Arte e presso la scuola di Restauro del Mosaico di Ravenna. Co-fondatrice dell’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei nel 1980 a Ravenna, ne è stata per più di 20 anni Presidente. A lei si deve la realizzazione del Parco della Pace.
Mirca Modoni Georgiou (Ravenna 1950 – 2005). Pedagogista tra gli anni ’80 e ’90 ha seguito con metodi particolarmente innovativi, semplici ed efficaci, le insegnanti delle Scuole dell’infanzia del Comune di Ravenna nella costruzione di percorsi didattici finalizzati allo sviluppo della fantasia e delle abilità creative dei bambini e delle bambine. Studiosa e ricercatrice ha scritto “Le donne di Ravenna: ritratti femminili dal XV al XX secolo”, “Gugù migliaia di bambini nella mente”, “La Principessa Pinaccia”.
Si tratta di un progetto di Ravenna Tourism in collaborazione, la Casa delle Donne e Rosetta Berardi, con la collaborazione dell’Istituzione biblioteca Classense.
Si ringraziano: Opera di Religione della Diocesi di Ravenna, Biblioteca Classense, Biblioteca Comunale di Imola, Archivio UDI di Ravenna, Felice Nittolo, Suore Tavelli; Monastero delle Monache Clarisse Cappuccine di Ravenna; Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù e Archivio AIMC – Associazione Italiana Mosaicisti Contemporanei, le famiglie che hanno gentilmente fornito le immagini.
Con il patrocinio di: Ordine della Professione di Ostetrica della Provincia di Ravenna e Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Ravenna.