Ha la stessa età del rock ‘n’ roll, ma l’inno romagnolo per eccellenza non si è mai posto il problema di invecchiare, come tutte le cose che sembrano esistere da sempre. Pubblicata da Secondo Casadei quasi per caso, Romagna mia ha superato indenne stereotipi e appropriazioni, per riemergere sempre ogni volta che ce ne è stato bisogno – anche in mezzo al fango dell’alluvione nel 2023, quando ha dato voce allo spirito di queste terre, ferito ma non spezzato e immancabilmente solidale. Giovedì 27 giugno, alle 21.30 nell’Arena dello Stadio dei Pini di Cervia-Milano Marittima, Ravenna Festival rende omaggio a Romagna mia con un nuovo appuntamento de Il Trebbo in musica 2.4, la speciale rassegna organizzata in collaborazione con il Comune di Cervia e con il contributo della Cooperativa Bagnini. Dopo la conversazione a cura di Pierfrancesco Pacoda con Riccarda Casadei, saranno in scena Vince Vallicelli e i Ruvidi, il complesso che ha debuttato l’anno scorso proprio con un disco omaggio a Secondo Casadei, violinista, compositore, direttore d’orchestra che fece conoscere al grande pubblico la musica popolare della sua terra, la Romagna.

“Era la prima volta che mio padre realizzava una canzone dal respiro nazionale, meno folklorica, non sapeva come sarebbe stata accolta – racconta Riccarda Casadei delle origini di Romagna mia – Quell’estate arrivarono in Romagna i jukebox, cento lire per tre canzoni. E ovunque una di quelle tre canzoni scelte era Romagna mia. Il vero successo è merito delle persone che hanno portato questo brano in giro per il mondo. (…) In fondo è una canzone che parla di origini, di radici e di quanto siano importanti per vivere guardando al futuro. Ed è per questo che i volontari, tutti ragazzi, e i soccorritori, la intonavano nei giorni tragici dell’inondazione”. Romagna mia si chiamava originariamente Casetta mia, in tributo alla piccola casa di Gatteo. Avrebbe potuto rimanere nel cassetto, non fosse stato per un sassofonista: quando nel ’53 Secondo si recò a Milano per registrare un nuovo LP prima della stagione dei concerti, il sassofonista non stava bene e poiché l’ultimo dei dodici brani previsti era basato su un assolo di sax, Secondo propose di sostituire il pezzo con un inedito. Fu il direttore artistico dell’etichetta a suggerire di cambiare il titolo, consapevole dell’amore dell’artista per la sua terra.

Può la musica che solca il Delta del Mississippi – quei fraseggi generati dall’incontro forzato tra la cultura degli schiavi deportati dalla loro Africa con quella della terra dove arrivarono – dialogare con la tradizione sonora romagnola? Vince Vallicelli e i Ruvidi non hanno dubbi e lo dimostrano nel nuovo album Casadei Secondo Vince: “È un disco che racconta perché il Rubicone è il nostro Mississippi – spiega Vince Vallicelli, personalità del blues italiano – e perché l’entroterra romagnolo con le sue aie è il nostro Delta. Ho scelto una serie di brani diventati simbolo del folklore, non i più famosi ma quelli meno noti, per esaltarne meglio il loro aspetto blues. Composizioni trasfigurate, anche se tutte riconoscibili, dove Secondo Casadei incontra Tom Waits. Entrambi parlano della terra, degli uomini che la abitano, e ne tramandano le storie per le nuove generazioni”.

Il Trebbo in musica continua domenica 30 giugno con l’Omaggio a Piero Piccioni, un progetto del figlio Jason affidato – nel ventennale della scomparsa dell’autore di oltre 300 colonne sonore del cinema italiano – all’Orchestra 014. Piccioni, il cui nome è legato soprattutto a Francesco Rosi e Alberto Sordi, di cui fu grande amico, è stato forse il più jazzistico dei compositori che lavorarono per il grande schermo. Dopo tutto, nel 1949 suonava a New York con Charlie Parker e Max Roach: inevitabilmente, avrebbe portato quella vitale vibrazione nell’irriverente mondo della cosiddetta commedia all’italiana (ma avrebbe anche influenzato la lounge music).