La stagione è iniziata, il campionato è ormai alle porte, incontriamo Edgardo Venturi detto Eddy, nuovo allenatore della prima squadra e DOR (Director of Rugby) del Faenza Rugby per scambiare qualche opinione sul rugby di ieri e di oggi.
Eddy, classe 1962, è di Pieve di Cento, ha esordito in serie C1 a 16 anni nell’OVA Pieve di Cento, per poi spostarsi a Rovigo, dove ha vinto due scudetti con la maglia della Rugby Rovigo nel 1987/1988 e 1989/1990. A 21 anni è stato convocato in nazionale, dove vanta 29 presenze in maglia azzurra tra il 1983 ed il 1993, anni in cui ha partecipato alle Coppe FIRA dal 1984 al 1993 ed alla coppa del mondo del 1991, da allenatore ha poi raggiunto buoni risultati sulle panchine del Rugby Pieve di Cento e della Reno Rugby Bologna, è contagiato dall’entusiasmo del presidente del Faenza Rugby, Andrea Sirotti, ha accettato di allenare i Leoni, senza limitarsi però ad allenare la squadra senior ma svolgendo anche le funzioni di DOR (Director of Rugby), un ruolo sempre più fondamentale nel rugby, una
persona di grande esperienza tecnica che allena e coordina anche le attività di tutti i tecnici della società, al fine di favorire una crescita comune di giocatori e staff. Eddy hai smesso di giocare nel 1997, quali sono le differenze nel rugby di adesso rispetto a quando giocavi tu?
Adesso il gioco è più standardizzato? commenta Venturi? Allora ci si affidava di più all’estrosità dei singoli, adesso il ritmo di gioco è più elevato, la difesa è più strategica, le regole sono cambiate molto, anche per rendere il gioco più appetibile per la televisione, adesso ad esempio è inconcepibile il farsi giustizia da soli? in certe situazioni come accadeva allora. Ai miei tempi c’erano forse più talenti che emergevano rispetto ad ora? Quale impressione hai della squadra dopo questo primo mese di allenamenti? Molto buona? conclude Venturi.
Il materiale umano c’è, vedo molti giovani che hanno una buona predisposizione ed una squadra ben organizzata. La mischia tradizionalmente è il punto forte del Faenza Rugby, e senza dubbio va sfruttata, ma dobbiamo sviluppare anche il gioco alla mano, per avere più opzioni di gioco in campo, e devo dire che ci sono tra i tre quarti dei giocatori interessanti per il tipo di gioco che ho in mente e che stiamo provando a concretizzare.
I test match precampionato con Cus Ferrara, Rugby Gubbio e Rugby Villadose al di là del risultato hanno evidenziato dei segnali molto positivi, ho visto infatti nei ragazzi una bella grinta e l’atteggiamento giusto fino all’ultimo secondo, è un buon inizio.