Inaugura il festival lo spettacolo itinerante, in prima nazionale, Muoio come un paese (in replica il 3 e 4 maggio), che ha per protagonista Ravenna, una camminata immersiva guidata dall’artista italo-svedese Gemma Hansson Carbone, per venti spettatori alla volta. Un percorso artistico liturgico che prende forma dal testo del noto autore greco Dimitri Dimitriadis e dalla figura dell’Angelus Novus di Walter Benjamin. Varie le stazioni in cui fermarsi per raccontare la città di Ravenna, scelte attraverso i suoi luoghi simbolo, ma anche tramite le storie di luoghi che fanno parte del vissuto personale di persone di varie generazioni che vivono e abitano la città.
Martedì 2 maggio prima giornata di POLIS Teatro Festival, con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros, festival di teatro contemporaneo europeo con un focus internazionale sui Balcani.
Inaugura il festival lo spettacolo itinerante, in prima nazionale, Muoio come un paese (in replica il 3 e 4 maggio), che ha per protagonista Ravenna, una camminata immersiva guidata dall’artista italo-svedese Gemma Hansson Carbone, per venti spettatori alla volta. Un percorso artistico liturgico che prende forma dal testo del noto autore greco Dimitri Dimitriadis e dalla figura dell’Angelus Novus di Walter Benjamin. Varie le stazioni in cui fermarsi per raccontare la città di Ravenna, scelte attraverso i suoi luoghi simbolo, ma anche tramite le storie di luoghi che fanno parte del vissuto personale di persone di varie generazioni che vivono e abitano la città.
Un progetto di ricerca artistica aperto, libero, che coinvolge l’artista e il suo pubblico in una esplorazione collettiva di diverse pratiche artistiche e scientifiche. Lo spettacolo verrà approfondito dall’incontro con Gemma Hansson Carbone e il critico Alessandro Iachino (mercoledì 3 maggio, ore 20, Teatro Rasi sala Mandiaye N’Diaye). L’incontro sarà trasmesso anche in streaming sui canali del festival.
Così il lavoro nelle parole di Gemma Hansson Carbone: Il potere della memoria e della Storia non passa semplicemente attraverso processi cognitivi e informativi ma fa parte di noi nel senso più letterale: siamo noi stessi i nostri luoghi, con tutti i segni che portano e portiamo, siamo il terreno su cui queste orme temporali e culturali sono impresse. La nostra stessa epigenetica è il nostro Paese, così come i nostri paesaggi sono la stratigrafia della nostra Storia. Qual è la relazione occulta ma vibrante tra Natura e Arte? Tra Architettura e Memoria? Cercare di rispondere a queste domande significa accettare che ogni performance di MUOIO COME UN PAESE sarà diversa, un’esperienza unica. Ogni volta la città, le sue caratteristiche urbane e umane, la loro analisi e la composizione del testo, assieme alla presenza della performer e dei suoi spettatori saranno diversi e del tutto imprevedibili.
Gemma Hansson Carbone è performer e regista italo-svedese. Ha sviluppato la sua formazione artistica in Italia, Svezia e UK. Ha incontrato e lavorato con maestri come Theodoros Terzopoulos, Chiara Guidi, Romeo Castellucci, Michail Marmarinos, Rodrigo Garcia, Tomi Janesic, Pavol Liska e Kelly Copper (Nature Theater of Oklahoma), Julie Stanzak, Dead Center ed Elli Papakonstantinou. Dal 2013 alterna collaborazioni internazionali tra l’Italia e la Svezia, nel 2015 fonda a Göteborg la compagnia Naprawski con cui firma la sua prima regia YOU ARE HERE (so don’t take things so seriously) coprodotta dal Cinnober Teater di Göteborg (SW), dal PIT Festival ed il Grenland Friteatret di Porsgrunn (NO) e per la quale vince il bando italiano Movin’Up, del MIBACT. Da allora i suoi progetti e la sua ricerca artistica sono supportati dall’ente nazionale svedese Konstnärsnämnden. Nel 2016 è attrice nel film Padre di Giada Colagrande, nel cast anche Franco Battiato, Willem Dafoe e Marina Abramovic. Nel 2017 debutta con la sua seconda regia: GUL – uno sparo nel buio. Uno spettacolo coprodotto con Teatro Koreja e sostenuto da Armunia e Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, scritto da lei medesima, Riccardo Festa e dal giallista e magistrato Giancarlo De Cataldo. Dal 2018 inizia la collaborazione con lo Stadsteatern di Göteborg che la vedrà lavorare a fianco del direttore artistico Pontus Stenshäll in qualità di assistente alla regia delle varie produzioni nazionali e internazionali. Nel 2019 crea assieme a Riccardo Festa TU ovvero chi è questa stronza?, uno spettacolo basato sul romanzo Melampus di Ennio Flaiano e sul capolavoro di Federico Fellini 8 e 1/2, scritto assieme al critico Attilio Scarpellini e prodotto da Armunia – Festival Inequilibrio. Fa parte della compagnia internazionale ODC Ensemble, per la quale collabora in veste di attrice e dramaturg (ha collaborato agli spettacoli Traces of Antigone, Aède e Anti-Oedipus). Nel 2022 e 2023 è regista residente per Eleusis 2023 – Capital of Culture, per la quale curerà un progetto interdisciplinare a cavallo tra performing art e archeologia all’interno del sito archeologico di Eleusi.
La prima giornata di festival prosegue con i due spettacoli, al Teatro Rasi, scelti direttamente dai cittadini attraverso il progetto L’Italia dei Visionari, realizzato in collaborazione con Cantieri Danza, che quest’anno ha coinvolto una quarantina di persone provenienti da tutta la provincia di Ravenna. Alle ore 20 va in scena la Compagnia Lumen con Come la roccia, l’acqua e la neve, che racconta di due storie crudeli e poetiche di donne che compiono scelte coraggiose. Due storie intrecciate che trasportano lo spettatore in due mondi: la Puglia e l’Albania di qualche decennio fa; a seguire (ore 21.30) la regista e autrice Luisa Guarro presenta Una storia per Euridice, che vede in scena la danzatrice e performer Chiara Orefice. Un monologo visionario, in napoletano e italiano, un virtuoso gioco di cambi di voce e personaggi, di danze e canti d’amore disperato. Una riflessione sulla condizione delle donne-ninfe la cui essenza di spiriti sempreverdi e liberi, viene repressa in difesa dell’ordine costituito, della famiglia e del patriarcato. La serata si conclude (ore 22.30) con un momento di dialogo tra i cittadini Visionari e gli artisti da loro selezionati.
Compagnia Lumen. Progetti, arti, teatro nasce nel 2014 a Milano dalla regista genovese Elisabetta Carosio e dall’attore brindisino Gabriele Genovese. Da subito collabora con altri artisti. Produce spettacoli di prosa contemporanea come Dayshift e Taxi Light Vigil di Darren Donohue,Falafel Express e Samir di Roberto Scarpetti e porta avanti un lavoro sul teatro di narrazione con la Trilogia del Sud fantastico di cui fanno parte i tre lavori scritti e interpretati da Gabriele Genovese: Brevi giorni e lunghe notti. Storie di straccioni, di porci e di re, Sospiri. Un amore di contrabbando, Come la roccia, l’acqua, la neve. Gli spettacoli ottengono diversi riconoscimenti e nel 2018 la compagnia rafforza la sua struttura organizzativa attraverso il progetto Funder35. Organizza il suo primo festival Salta’i foss nell’estate 2022.
Luisa Guarro laureata in filosofia, è autrice e regista teatrale. I suoi lavori hanno ricevuto diversi riconoscimenti. Nel 2021 PINOCCHIO. Pereplyt more, prodotto dal Ryazan Drama Theater, riceve 3 Nomination al Golden Mask, premio Nazionale russo, nelle categorie: Miglior spettacolo; Miglior regia; Miglior attore protagonista. Nel 2022 lo spettacolo DER SANDMANN, prodotto dal Wolfgang Borchert Theater, vince al Monica Bleibtreu Awards, premio Nazionale tedesco, come miglior spettacolo, categoria Drama. Nel 2022 Una storia per Euridice vince il Premio Regista con la A. Nel 2018 lo spettacolo PANE, storia d’amore in tempo di guerra vince all’International Theater Festival Rendez-vous on Theatralnaya Square nelle categorie: Miglior attore protagonista e Miglior disegno luci. Nel 2018 lo spettacolo THE PROMETHEUS GIFT, prodotto dal Ryazan Drama Theater, viene selezionato per rappresentare l’Italia al Forum internazionale delle città antiche di Ryazan. Nel 2017 lo spettacolo IL RE RIDE vince all’International Theater FestivalRendez-vous on Theatralnaya Square nelle categorie Miglior Cast attori e Miglior disegno luci.
La nuova edizione con oltre 25 eventi diffusi tra Teatro Rasi, Artificerie Almagià, MAR – Museo d’Arte della città, Teatro Socjale e Teatro Alighieri, mette al centro del festival i maggiori protagonisti della scena contemporanea europea, incentivando il dialogo tra culture e generazioni differenti di artisti, studiosi e spettatori.
POLIS Teatro Festival è sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Otto per Mille della Chiesa Valdese, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
La 6a edizione di POLIS – così il festival nelle parole di ErosAntEros – conferma la vocazione europea del festival portando nei luoghi culturali più prestigiosi di Ravenna alcuni dei più interessanti artisti del teatro contemporaneo internazionale, affacciandosi a un’area geografica molto particolare ed eterogenea, i Balcani, per guardare attraverso di essa al presente. Perseguendo l’utopia di creare ponti tra paesi, culture ed etnie attraverso la forza dell’arte teatrale, ritroviamo nella città di Ravenna la porta del dialogo fondamentale tra oriente e occidente, oggi più che mai indispensabile. Per questi motivi, il disegno di Gianluca Costantini di quest’anno vede come protagonista una bambina con una stella tra le mani. Una stella che in passato e in altri luoghi ha assunto diversi colori, ma che POLIS desidera gialla come auspicio per un’Europa di pace tra i popoli e nei confronti del nostro pianeta. Auspicio che vogliamo coltivare per il futuro.