È in arrivo in Comune il piano che strangola Porto Fuori. Tecnicamente si chiama S9 del 2° POC (piano operativo comunale), ma significa che, tramite un maxi patto tra i proprietari di aree agricole circostanti l’’abitato di Porto Fuori sul lato nord e un governo della città troppo compiacente, si vuole realizzare una circuitazione del paese che, travolgendone l’’identità, ne soffoca la vita civile e sociale.

Bastano pochi numeri. Si cementificano 85.697 metri quadri di terreno agricolo, gran parte dei quali da espropriare. Si costruiscono case per 17.110 metri quadrati, pari a qualche centinaio di appartamenti. Vengono spazzati via 80 orti ad uso sociale degli abitanti del paese, in gran parte anziani.

LA MEZZA CIRCUITAZIONE

Tale circuitazione, che interessa in realtà solo la parte nord di Porto Fuori, è stata pianificata per collegare la tangenziale Classicana con il punto di via Bonifica che dal paese porta a Lido Adriano: come se la masse turistiche proiettate verso il mare dovessero arrivarci a tutta velocità su questa specie di budello, a tutt’’oggi omicida. Ma il 1° POC quinquennale, scaduto nel 2016, da cui questo S9 è stato rigenerato contro la volontà di tutto il paese, poneva come condizione che la circuitazione fosse fatta per intero, nella parte est a carico dei proprietari dell’’S9 stesso e per quella ovest a carico dei proprietari del comparto adiacente, chiamato S10. Fallito l’accordo tra quest’’ultimi e il Comune, logica avrebbe voluto che il piano fosse accantonato, cogliendo anche l’occasione affinché – come nella parola d’ordine della più recente legislazione urbanistica, declamata spesso dai nostri governanti locali – non si faccia ulteriore strage di vasto territorio agricolo. Ma non è così.

Sfidando inevitabili ricorsi giudiziari, la Giunta De Pascale farà approvare dai consiglieri comunali di maggioranza il solo S9, che realizzerà solamente il tratto lineare tra via Bonifica e via Staggi, pari a circa la metà. Il resto, più complicato, comprendente le intersezioni con via Stradone e con la statale Classicana, sulla quale si dovrà fare anche un cavalcavia, non lo faranno più i proprietari dell’’ex S10, ma dovrà pagarlo il Comune, senza che nessuno abbia neppure ipotizzato quanti milioni di euro potrà costare alla comunità, sempre che lo si faccia, evitando che la tangenziale resti mezza, altrimenti sarà un moncone che non serve a niente.

Si allunga dunque la serie di fruttuosi accaparramenti politici, produttivi di “indebitamento” dell’’amministrazione oltre la scadenza elettorale del 2021 (da ultimo, il caso della “nuova” piscina), l’’impressione è che la Giunta in carica voglia avvelenare i pozzi a quella successiva.

DUE MACIGNI SULLA STRADA

Due macigni politici e amministrativi (non escluso giudiziari) pesano su questo affare. Li descrivo da documenti ufficiali.

  1. La lottizzazione degli 8 ettari e mezzo di aree agricole intorno a Porto Fuori si fonda, fin dall’’origine del primo POC e dei “contratti” stipulati al riguardo coi privati suoi beneficiari, sull’’assunto secondo cui: “L’’interesse pubblico si manifesta nel momento in cui la circuitazione si realizza nella sua interezza, coinvolgendo entrambi i comparti S9 ed S10”. Venuto meno il secondo, il piano è crollato su se stesso.
  2. Lo stesso piano attuativo (PUA) che farà seguito alla decisione in corso pone come “criticità” l’ ‘Alta potenzialità edificatoria residua del centro abitato riferita ai comparti di nuovo impianto approvati e in corso di attuazione”. C’’è da crederci. Le nuove altre lottizzazioni approvate o già in corso a Porto Fuori sono di tale e tanta “potenzialità edificatoria”, aggiuntiva a quella esistente e su un territorio assai ristretto, che basta ed avanza per una borgata di 3.770 abitanti non aspirante  metropoli.

Fin dagli albori di questa assurda vicenda strapaesana, Lista per Ravenna è sempre stata a fianco dei cittadini di Porto Fuori. Lo sarà fino a che non prevalesse la ragione.