Il 13 febbraio si celebra la Giornata Internazionale dell’Epilessia, un evento che ricorre ogni anno nel secondo lunedì di febbraio con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza su questa patologia che nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce circa 50 milioni di persone di tutte le età.
In Romagna, anche quest’anno, a testimonianza e supporto delle problematiche che vivono le persone che ne sono affette e le loro famiglie, le Neurologie, le Pediatrie e le Neuropsichiatrie Infantili dell’Ausl insieme alle Associazioni dei pazienti e alle Amministrazioni comunali si uniranno alla ‘voce globale’. Nel dettaglio, lunedì 13 febbraio saranno illuminati di viola alcuni monumenti cittadini della Romagna, tra cui Palazzo Rasponi dalle Teste a Ravenna, l’orologio del Palazzo Comunale a Cesena e Castel Sismondo a Rimini; sempre nella giornata del 13 febbraio, alle ore 15, a Rimini, l’Associazione Italiana Epilessia Emilia Romagna e la Lega Italiana Contro l’Epilessia Emilia Romagna nell’Aula Magna dell’IC Marvelli promuovono il Concerto per l’Epilessia con la partecipazione attiva degli alunni e del ‘coro a colori’ della scuola Marvelli, (per info: rimini@associazioneepilessia.it); sabato 25 febbraio, alle ore 9, nella sala AVIS dell’ospedale di Faenza, è invece in programma il convegno pubblico “I percorsi dell’epilessia in Romagna: recepimento delle direttive sul Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale – PDTA regionale” promosso dall’Associazione Italiana Epilessia AIE insieme ai neurologi, neuropsichiatri infantili e pediatri dell’Ausl.
L’epilessia è una malattia neurologica caratterizzata dal ripetersi di crisi epilettiche, un fenomeno improvviso dovuto alla scarica parossistica di una porzione più o meno estesa di neuroni della corteccia cerebrale. L’International League Against Epilepsy (ILAE) ha definito l’epilessia una malattia “caratterizzata da persistente predisposizione a sviluppare crisi epilettiche e dalle conseguenze neurobiologiche, cognitive, psicologiche e sociali che tale condizione determina”. Una definizione che rimarca non solo i caratteri clinico patologici della patologia ma anche l’impatto psicologico e sociale dell’Epilessia sulla persona affetta e sulla sua famiglia, in particolare in età evolutiva. Non si deve dimenticare che l’Epilessia è una malattia che comporta in sé un retaggio culturale ancora molto rilevante ed è marcata da uno stigma, che ancora oggi la cultura popolare non ha superato. Lo stigma legato alla malattia, la risonanza affettiva di fronte ad una crisi epilettica e alla preoccupazione dei parenti e dei genitori alla conferma della diagnosi, richiedono una presa in carico globale del paziente secondo percorsi diagnostico terapeutico assistenziali dedicati.