Si è concluso il 20 settembre il viaggio del Liceo Scientifico a Chicago durante il quale 13 alunni, selezionati in tutto l’istituto per merito, hanno visitato la capitale dell’Illinois e, ospiti dei loro partner, hanno sperimentato la vita dei teenager americani.
Durante i dieci giorni del soggiorno gli studenti italiani hanno frequentato la Wheeling High School, sede di laboratori scientifici all’avanguardia, tra i quali quello di Nano tecnologie, il primo del nord America, e quello di ingegneria dell’automazione, partner della NASA nelle produzione di una maniglia delle loro navicelle.
La delegazione, accompagnata dalla Prof.ssa Cristina Casagrande, è stata invitata al Consolato italiano, che ha sin dall’inizio sostenuto e promosso l’iniziativa del gemellaggio, ha visitato la casa e lo studio dell’architetto Frank Lloyd Wright nel quartiere di Oak Park e ha avuto modo di apprezzare le bellezze architettoniche della città con quello che TripAdvisor ha definito “la seconda attrazione più popolare al mondo”. Non solo. Nonostante le tante difficoltà e grazie all’aiuto del partner americano, è riuscita ad avere il permesso di entrare al Laboratorio Argonne, parte integrante del progetto Manhattan e luogo in cui Enrico Fermi fece la prima reazione di fissione controllata il 2 dicembre 1945.
In questo centro di ricerca scientifica ed ingegneristica gli studenti hanno sperimentato cosa significhi creare un acceleratore di particelle e hanno visitato gli impianti che costituiscono il cuore pulsante del laboratorio. Ma ciò che più li ha colpiti è stato il tempo che hanno passato nella scuola dei partner: gli armadietti a perdita d’occhio, i grandi bus gialli che portano gli studenti nel tragitto casa-scuola, il clima amichevole delle lezioni che sono sempre molto pratiche ed argomentative, gli spazi incredibili, le strutture sofisticatissime delle palestre, piscine, i venti campi da tennis e persino l’officina di riparazione auto.
Hanno amato le lezioni di legge, ad esempio quella sulle eccezioni al quarto emendamento (la necessità del mandato di perquisizione) e quella di dibattito, ma anche l’elezione del re e della reginetta della scuola e la partita di football americano. Perché non è stata una semplice partita, ma un vero e proprio show che sancisce l’appartenenza di tutti alla scuola e nel quali ciascuno ha un ruolo: chi gioca, chi suona nella banda, chi danza come cheerleader e chi fa il tifo. Sì, perché anche fare il tifo è una cosa seria e i nostri ragazzi hanno partecipato a questo rituale, si sono vestiti come i loro partner e hanno urlato e cantato seguendo le indicazioni dei loro amici.
Hanno avuto la possibilità di fare la foto con la squadra di football e a metà partita sono stati invitati al centro del campo dove sono stati presentati a tutta la platea. Infine, sono stati invitati nella sala di registrazione (sì perché esiste anche questa, oltre all’orchestra di 50 elementi, la banda di 100 strumenti in comodato per tutti) e ripresi per un saluto che è andato in onda contemporaneamente in tutte le classi, per un totale di 1700 studenti, all’interno del breve video che quotidianamente viene trasmesso insieme al saluto alla bandiera. Perché, come ha osservato una studentessa, tutto quello che succede in America genera senso di appartenenza: alla nazione, alla scuola, al club. “Prof, questo noi non lo abbiamo. Noi siamo soli”.
Una considerazione che, condivisa o meno, nasce dall’esperienza diretta di chi ha vissuto il paese non da semplice turista, ma che si è immedesimato nei partner e ha potuto toccare con mano similitudini e differenze.
Il progetto è in parte finanziato con un contributo della Regione Emilia-Romagna attraverso un bando per l’internazionalizzazione a cui la scuola ha partecipato.