“Nel mondo agricolo c’è bisogno di razionalizzazione: non ha più senso avere sul territorio ravennate aziende che offrono gli stessi servizi agli agricoltori e credo che ciò valga per ogni provincia italiana. È ora di riconoscere che la presenza di tanti attori che forniscono servizi spesso sovrapponibili sia inutile e dannosa: occorre invece lavorare in un’ottica di unificazione, avviando un processo di coordinamento delle strutture esistenti minimizzando la duplicazione di costi che vanno poi ad insistere sui bilanci degli agricoltori”. Questo l’appello lanciato da Raimondo Ricci Bitti, Presidente del Consorzio agrario di Ravenna, durante il convegno celebrativo per i 120 anni del Consorzio, svoltosi oggi a Fosso Ghiaia (Ra), alla presenza della Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova.
“Attraverso i vostri servizi”, ha detto la Bellanova nel suo intervento, “siete cambiati insieme alle aziende agricole e il vostro ruolo resta strategico per innovare nella tradizione. Puntando su tecnologia ed ecologia. Oggi chi investe nei macchinari dell’agricoltura di precisione lo fa prima di tutto per rispetto dell’ambiente e per limitare e migliorare gli interventi su risorse primarie come terra e acqua. Dobbiamo lavorare su questo, investire sulla ricerca pubblica e privata per aiutare le imprese. Come fa il Consorzio ogni giorno”.
In tema di semplificazione, “io sono con voi – ha dichiarato la Ministra – ma è necessario che dall’intero settore vengano suggerimenti e input. Perché semplificare è una parola molto facile da pronunciare, ma difficile da tradurre in fatti. Chiedo a voi, a tutti, di segnalare moduli, circolari, adempimenti burocratici che rendono più complicata l’attività agricola. Voglio capire quali possiamo eliminare, perché gli agricoltori devono coltivare prodotti, non montagne di carta. Abbiamo tante sfide davanti. Ma non partiamo da zero. I 120 anni del Consorzio sono qui a ricordarcelo”.
Anche il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini si è detto d’accordo con l’esigenza di razionalizzazione espressa dal presidente del Consorzio. “Tutti gli imprenditori – ha dichiarato – sono oggi chiamati ad affrontare gli stessi problemi. Abbiamo davanti sfide importanti, a partire dal tema del commercio internazionale, con la Brexit e i dazi americani sui prodotti europei, al grande tema dei cambiamenti climatici e della sostenibilità. Questioni che impongono un cambiamento del modello produttivo e la necessità che tutte le organizzazioni sentano la responsabilità di lavorare insieme per sostenere il comparto e per difenderne e rafforzarne la competitività”.
I servizi del Consorzio Agrario sono destinati ad evolversi per supportare al meglio la crescita delle imprese agricole. Lo ha evidenziato Denis Pantini, Responsabile Area Agroalimentare di Nomisma, per il quale “la digitalizzazione, le nuove richieste derivanti dai consumatori e le sfide di un mercato che chiede maggiore efficienza e sostenibilità, stanno già da tempo cambiando le esigenze degli agricoltori che hanno bisogno di una nuova tipologia di servizi, anche consulenziali, che assumeranno sempre più importanza rispetto alla semplice commercializzazione dei prodotti. In tal senso i servizi offerti dal Consorzio Agrario possono trovare nuovi ambiti di applicazione, rafforzando il compito di affiancare gli agricoltori nel percorso di sviluppo e modernizzazione dell’agroalimentare”.
L’importanza che il Consorzio Agrario da sempre riveste nell’economia del territorio ravennate è stato sottolineato da Antonio Patuelli, presidente dell’ABI e della Cassa di Ravenna che nel suo intervento ha ripercorso “il grande contributo dato dal Consorzio alla crescita dell’agricoltura provinciale, che agli inizi del secolo scorso fu tra le prime a introdurre l’utilizzo di fertilizzanti e che nel dopoguerra segnò poi una vera e propria svolta con la meccanizzazione che diede vita ad una ristrutturazione produttiva dell’agricoltura ravennate”.
Fondato nel 1899, il Consorzio Agrario di Ravenna – 600 soci, 10.000 clienti e un centinaio di dipendenti – è da sempre punto di riferimento del mondo agricolo del territorio. L’esercizio 2018 è stato chiuso con un valore della produzione di circa 111 milioni di euro, 9 in più rispetto al bilancio 2017, con un consolidamento di importanti quote di mercato in tutta la provincia sia nei mezzi tecnici istituzionali (agrofarmaci, fertilizzanti, sementi, carburanti agricoli) che nelle macchine agricole.