Il blocco della circolazione sulla statale Ravegnana tra Ravenna e Longana, causa il tragico crollo della diga di San Bartolo, ha imposto di dirottare su alcune strade provinciali l’intenso traffico tra Ravenna, il suo entroterra sud-ovest e Forlì. Il fatto che ciò avvenga in massima parte sulla 45 “Godo e San Marco” ha maggiormente evidenziato a Lista per Ravenna, che già se n’era occupata e se ne stava occupando, la fragilità del ponte sul Montone, posto al crocevia tra questa strada, e la 68 “San Marco”, che percorre l’argine sinistro del fiume, sovrastando a scarpata questo paese.

La Provincia di Ravenna, con la scarsità di personale e di risorse finanziarie in cui è stata precipitata da un’improvvida riforma statale di tali enti, gestisce sulla propria viabilità 270 ponti. 61 di questi, che versano in condizione di insicurezza, compongono l’elenco che l’amministrazione provinciale ha trasmesso al ministero delle Infrastrutture entro il 31 agosto scorso, come richiesto dal ministro Toninelli dopo la catastrofe di Genova. I progetti per rimetterli in salute richiedono 20 milioni di euro. Mentre 16 sono indicati di“priorità media”, corrispondente ad un “basso rischio strutturale”, e 37 di “priorità bassa”, 8 sono di “priorità alta”, tale da rendere immediatamente necessarie indagini tecnologiche complesse, comprensive di “valutazione quantitativa delle resistenze residue”.

Tre di questi otto ponti malandati si trovano nel comprensorio di Ravenna, tutti nel forese sud: rispettivamente sull’E45 all’altezza della provinciale 101 “Standiana-via Lunga”, sul fiume Montone (nel comune di Russi) all’altezza della provinciale 5 “Roncalceci” e appunto sul Montone in zona San Marco. Le prescrizioni dettate per loro dalla Provincia sono le stesse per tutti tre: “Ripristino prestazionale degli elementi strutturali e in particolare: ripristino calcestruzzi ammalorati solette, travi, spalle, pile, pulvini; ripristino barre di armature longitudinali e staffe solette, travi, spalle, pile, pulvini; ripristino appoggi spalle e giunti; ripristino barriere e smaltimento acque”.

QUALE CARICO SOPPORTA IL PONTE?
Il ponte in zona San Marco allarmava da tempo la popolazione del posto, già oppressa dal traffico della strettissima e pericolosa provinciale 68, la quale, utilizzata spesso come alternativa/scorciatoia alla Ravegnana, si immette direttamente sul ponte o ne discende. Le foto allegate sono estratte dal dossier scattato il 30 agosto scorso da Gianluca Benzoni, capogruppo di Lista per Ravenna nel Consiglio di Ravenna Sud e membro del Comitato cittadino locale. La sciagura di San Bartolo ha fatto sì che dal 25 ottobre su questo ponte e sulle provinciali 45 e 68 che vi si imbattono passi non più solo l’esorbitante traffico ordinario, ma anche quello che viaggiava sul tratto interrotto della statale Ravenna/Forlì. Che il limite di portata degli autocarri ammessi a transitare sul ponte sia stato abbassato addirittura da 30 a 3,5 tonnellate dimostra quanto tale viadotto preoccupi le autorità.

Nessuno nel Comune di Ravenna ha mai controllato, come noi insistiamo invano che faccia la polizia municipale, il rispetto dei limiti di carico posti sui tanti ponti disastrati esistenti nel nostro territorio. Ma il livello di guardia è qui molto alto, tanto “leggera” è la portata richiesta ora agli autocarri che vi transitano normalmente tra Godo e Longana.

Ci si chiede quale carico massimo sarà fissato dopo il superamento dell’emergenza sulla Ravegnana, giacché il rispetto dell’attuale limite di 3,5 tonnellate non è di per se stesso credibile per molti dei mezzi pesanti al servizio della vasta zona agricola e produttiva posta tra il comune di Russi e la statale stessa, che non hanno soluzioni viarie alternative. Ancora meno credibile, per il rischio sicurezza, sarebbe il ritorno alle 30 tonnellate. C’è da ritenere che l’accertamento della “valutazione quantitativa delle resistenze residue” di questo ponte s’imponga con la massima priorità.

Di qui le richieste che rivolgo al sindaco, anche nella sua veste di presidente della Provincia:

  1. se ritiene che sia assolutamente prioritario effettuare quanto necessario per mettere in sicurezza il ponte sul fiume Montone in zona San Marco, e come intende operare per assicurarne il finanziamento;
  2. se intende disporre adeguati controlli perché il limite di carico su tale struttura sia rispettato.